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NAPOLI – È una rincorsa silenziosa, intensa e carica di scaramanzia, quella che sta vivendo la città. Come racconta Fabio Tarantino sul Corriere dello Sport, Napoli si muove tra caos e calma apparente, sospesa tra il sogno del quarto scudetto e la paura di sbilanciarsi troppo presto. Niente eccessi, niente sfilate anticipate, pochissimi striscioni o bandiere: è la città stessa che impone prudenza.
L’attesa si fa rituale, quasi religiosa
Nel cuore del centro storico – riferisce ancora Tarantino sul Corriere dello Sport – è apparsa persino un’edicola votiva con l’immagine di Scott McTominay, a simboleggiare un culto popolare che cresce attorno ai suoi “santi marcatori”. Ma la città resta in ascolto, quasi nascosta dietro le proprie speranze: pochi balconi decorati, bandiere tenute da parte, solo qualche ambulante in provincia che inizia a vendere gadget tricolore.
Rispetto al 2023, un approccio completamente diverso
Due anni fa, con Spalletti e lo scudetto ormai in tasca già a marzo, il clima era completamente differente. Oggi invece, come sottolinea Fabio Tarantino, il margine di soli tre punti sull’Inter a tre giornate dal termine frena qualsiasi entusiasmo eccessivo. Napoli non vuole forzare la festa, la vuole meritare. Anche i tatuatori sono già al lavoro su richieste “anticipate”: il rischio di non trovare più posto nei giorni successivi alla matematica certezza spinge qualcuno a fissare l’inchiostro sul proprio corpo in anticipo.
La città tra folklore e cautela
Il folklore resiste, ma si nasconde nei dettagli. Dal chiosco di Claudio Di Dato a via Chiaia, dove una lavagna segna “le quattro giornate di Napoli” con tanto di risultato aggiornato di Lecce-Napoli, al tifoso del Vomero che, fedele al suo allestimento del 2023, non ha mai smantellato la facciata della propria casa adornata con le maglie dei giocatori. Un faro spontaneo, una presenza costante che, come ricorda il Corriere dello Sport, diventa riferimento per chi crede che ogni gesto conti, anche a distanza di anni.
