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Kevin De Bruyne non è solo un campione, è una lezione di calcio e umiltà vivente. A 34 anni, con 24 trofei in bacheca tra cui una Champions League e sei Premier League, il fuoriclasse belga ha affrontato il suo primo sabato italiano con una conferenza stampa esemplare. Come racconta Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, in mezz’ora ha parlato di motivazione, esperienza e voglia di imparare. Da Conte, ma anche dai suoi nuovi compagni.
«Magari non sono più così giovane – ha detto – ma con la mia esperienza posso dare il mio contributo e aiutare la squadra. Anche io posso imparare da loro un nuovo stile di gioco. E da Conte posso imparare tanto». Parole che riflettono l’approccio di chi è abituato a stare in alto, ma non smette mai di crescere.
«Napoli scelta giusta: qui posso essere ancora competitivo»
De Bruyne ha raccontato il momento della scelta: «Quando il direttore Manna è venuto in Inghilterra a illustrarmi il progetto, ho capito che sarebbe stata la scelta giusta. Il Napoli è campione d’Italia e dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me».
Mandarini, sul Corriere dello Sport, sottolinea come sia stata proprio la visione del ds Giovanni Manna – presente in sala – a convincere Kevin.
Il belga non nasconde l’entusiasmo: «Il clima, il campionato… tutto è diverso rispetto all’Inghilterra, ma la Serie A ha ottime squadre. Ho ancora motivazioni e il potenziale per essere competitivo». Poi sugli obiettivi: «Vogliamo fare bene su tutti i fronti: piazzarci più in alto possibile in campionato e fare un bel percorso in Champions e in Coppa Italia. Il mio ciclo al City era finito: cercavo una nuova sfida».
Maradona, Conte e il numero 10
Come raccontato ancora da Fabio Mandarini per il Corriere dello Sport, De Bruyne si è detto sorpreso dal gesto del Napoli di concedergli il kit con il numero 10, pur simbolicamente ritirato in onore di Maradona: «Sapevo che era il suo numero, per me è un onore. È stato un bel gesto della società e dei compagni, ma non credo mi dia responsabilità in più: quando giochi in un grande club come il Napoli, la pressione c’è sempre».
Sul compagno di nazionale Romelu Lukaku: «Siamo molto amici, ci conosciamo dai 13 anni. La sua presenza ha aiutato, ma la scelta è stata mia e della mia famiglia. Ho chiesto informazioni a Romelu e a Mertens, ma quando scelgo voglio farlo da solo, senza rimpianti».
Infine, una parola sul tecnico: «Conte è tra i migliori allenatori degli ultimi dieci anni. Ci siamo parlati solo sul campo. Dopo anni con Guardiola dovrò cambiare abitudini, ma Conte è molto tattico e posso imparare molto. Per ora cerco di ambientarmi: sarò pronto per l’inizio del campionato, tra cinque o sei settimane».
«Napoli, passione unica. Spero di regalare gioie»
Sul ruolo in campo, De Bruyne è chiaro: «Il calcio è dinamico, la posizione cambia in base alle fasi di gioco e agli spazi». E sul tifo partenopeo: «L’amore e la passione del popolo napoletano sono incredibili. A volte è un po’ tanto, ma finché c’è amore va bene. Spero di regalare qualche gioia».
Conclude Mandarini sul Corriere dello Sport: la conferenza di De Bruyne è stata una vera e propria lezione di calcio, da trasmettere nelle scuole. Il talento può essere un dono della natura, ma per diventare fuoriclasse serve anche il carattere. E Kevin, ancora una volta, lo ha dimostrato.