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Il quarto scudetto del Napoli, conquistato con un organico corto e tra mille imprevisti, resta un capolavoro irripetibile. Lo sottolinea Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, ricordando come Conte sia stato costretto a cambiare ben cinque moduli nel corso della stagione per sopperire a infortuni e limiti di rosa. Eppure, nonostante un gruppo attrezzato solo per il campionato e la Coppa Italia, è arrivato il tricolore.
All’alba del secondo anno di ricostruzione, iniziato dopo il decimo posto e l’addio a Osimhen, Zielinski e Kvaratskhelia, il club ha scelto di puntare su alternative di valore e su una rosa più profonda. «La missione è compiuta», scrive Mandarini sul Corriere dello Sport: con l’arrivo di Hojlund, operazione da circa 50 milioni, e il colpo di prestigio De Bruyne, il Napoli ha trovato l’equilibrio tra presente e futuro.
Il mercato ha escluso l’arrivo del mediano muscolare e del terzino destro che erano in lista, ma, come evidenziato dal Corriere dello Sport, il club ha creato opzioni interne: Mazzocchi e Spinazzola possono coprire la corsia di Di Lorenzo, Elmas si conferma jolly a centrocampo, mentre il giovane Vergara rappresenta un investimento sul vivaio.
Il secondo step della rivoluzione è stato netto: dieci acquisti e quindici cessioni (sedici considerando Kvara partito a gennaio). Una trasformazione che, secondo Mandarini sul Corriere dello Sport, testimonia il cambio di mentalità: dal “last second” del passato, con Okafor preso in extremis e fuori condizione, a un colpo mirato come Hojlund, sostituto immediato di Lukaku.
Le formazioni ora sono componibili e scomponibili: «Conte ha due squadre a disposizione», scrive ancora Fabio Mandarini. Non tutte di pari livello, certo, ma sufficienti a garantire un’ampiezza di scelta mai avuta nell’ultima stagione. E, se servirà, la società ha sempre la possibilità di tornare sul mercato a gennaio.