Coronavirus, l’Italia era stata avvertita nel 2018. L’unica speranza di cura viene da Napoli e dal team del professor Ascierto.
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È un Paese strano quello che in emergenza da virus si affida a un infettivologo che in 50 giorni non ne centra una. Le uniche speranze arrivano da due oncologi del Pascale di Napoli: Ascierto e Montesarchio.
Comincia così la riflessione che lo scrittore Angelo Forgione ha voluto pubblicare sulla propria pagina Facebook. Il meridionalista ha analizzato le varie tappe dell’emergenza coronavirus, constatando come il nostro paese fosse stato avvertito della possibile epidemia già nel 2018. Forgione applaude Napoli e il professor Ascierto come unica speranza di cura per il Covid.19.
Ecco le parole di Angelo Forgione:
CORONAVIRUS, AVVERTITI NEL 2018
“Il Covid-19 ha colpito il mondo, eppure l’OMS aveva avvertito due anni fa, nel febbraio del 2018, che ci avrebbe potuto travolgere una pandemia internazionale causata da un virus sconosciuto originato da una infezione zoonotica.
La classificò come “malattia X”, cioè incognita, e nel gennaio del 2019 preavvisò che era imminente. L’OMS, con quel preallarme, sollecitava risposte adeguate da parte dei governi, volte a gestire il problema delle pandemie con la prevenzione.
Un consiglio rimasto ampiamente inascoltato dagli esperti ai quali i governi si affidano, e così il mondo si è fatto trovare impreparato di fronte a un pericolo preannunciato.
A Covid-19 già entrato in Italia, i nostri luminari hanno persino escluso che ne saremmo rimasti colpiti e che sarebbe potuta scoppiare una pandemia mondiale.
I primi provvedimenti seri sono stati presi l’11 marzo, con notevole ritardo, quando l’Italia era già il focolaio d’Europa, mentre l’OMS dichiarava la pandemia“.
LA SPERANZA VIENE DA NAPOLI
Forgione aggiunge: “I nostri morti sono a migliaia anche a causa di una gestione troppo sufficiente e mal indirizzata da qualche infettivologo di casa nostra. Uno su tutti, il professor Massimo Galli del “Sacco” di Milano, imperversa nelle tivù, nonostante il fallimento.
Le sole speranze valide di cura, al momento, arrivano paradossalmente da un’altra branca della ricerca biomedica, quella oncologica, che ha nel “Pascale” di Napoli il centro capofila dell’unica valida sperimentazione in corso.
L’oncologia che propone soluzioni nel campo dell’infettivologia. Il Sud che sfida il Nord in quanto a intuito. Un’invasione di campo che ha generato insofferenza in chi, in 50 giorni, ha fallito previsioni e terapie“.
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