... ...

Come racconta Antonio Corbo su la Repubblica – Napoli, il 17 novembre si apre con un cielo pesante e un’atmosfera opaca. Un lunedì più grigio degli altri, il classico giorno in cui non si ha voglia di tornare né a scuola né in ufficio. Figurarsi dentro la burrasca di un club che ha appena attraversato la settimana più ambigua della stagione.
Il Napoli vive un paradosso: tutto può cambiare, ma tutto può anche rimanere esattamente com’è. Dipende dal buonsenso, dalle diplomazie interne, dal lavoro psicologico costruito per riportare serenità e soprattutto dal rientro di Antonio Conte, grande protagonista – volente o nolente – di questa fase.
Dai primi sguardi tra tecnico e squadra, dai sorrisi o dalle rigidità, si capirà molto. Corbo, su la Repubblica – Napoli, lo scrive chiaramente: Conte deve decidere se prendere “il treno veloce” De Laurentiis che passa ora, o se rischiare di attendere troppo tra i binari.
L’UOMO DEGLI STRAPPI, DAVANTI ALLA PROVA PIÙ DELICATA
Conte ha vinto sei campionati, ha un curriculum unico. Ma la Repubblica – Napoli ricorda, attraverso Corbo, come ogni addio del tecnico sia stato segnato da rotture violente: Juventus, Chelsea, Inter, Tottenham.
Il precedente del 18 marzo 2023 al Tottenham, dopo un 3-3 amaro, è identico nella sostanza alle parole del 9 novembre a Bologna: mancanza di entusiasmo, egoismi, calciatori chiusi nel proprio orticello. A Napoli ha aggiunto la frase diventata virale: «Non sono disposto ad accompagnare il morto».
Ora tutto si gioca sulla sua volontà di non restare ancora fermo per anni, sulle responsabilità, reciproche, tra club e allenatore.
SETTE NODI DA SCIOGLIERE
Corbo elenca i punti su cui il Napoli deve fare chiarezza:
Pieni poteri a Conte. De Laurentiis glieli ha concessi, ma ora il tecnico deve ricucire un pubblico diviso e ritrovare la fiducia interna.
Responsabilità speculari. Conte deve riaccendere entusiasmo; De Laurentiis deve sanare una ferita che non ha provocato.
Troppi infortuni. Mai nella storia recente del club una situazione così grave. Nessuna inchiesta interna per comprenderne le cause.
Mercato compresso. Acquisti accelerati su indicazione del tecnico. Manna senza poteri reali di confronto paritario.
Gennaio impossibile. Nessuno dei calciatori ha mercato ora, soprattutto dopo le accuse pubbliche.
Strappo impraticabile. Né dimissioni né esonero: i contratti di Conte e staff pesano enormemente.
La linea del presidente. De Laurentiis finora non ha sbagliato una mossa. Ora tocca al tecnico chiudere il “caso Napoli”.
Tutto, conclude Antonio Corbo su la Repubblica – Napoli, si giocherà nelle parole che Conte pronuncerà oggi. Da lì passa il destino di scudetto, Champions, milioni… e carriere.