La Consacrazione di Totò: una bella storia
Di:Gabriella Cundari
Siamo nel 1927: Totò, che era dovuto andare a cercare la sua fortuna lontano da Napoli, a La Spezia, viene suggerito come primo attore al Teatro Nuovo da Eugenio Aulicino, che lo affida ad un suo promettente autore, Mario Mangini, in arte Kokasse (da notare il nome avveniristico!) , marito di Maria Scarpetta, figlia di Eduardo. In meno di due anni mettono su una commedia “Messalina”.
La compagnia Mascaria (acroninmo di Maria Scarpetta,) era composta da Totò, Lia Thomas, Titina De filippo e molti altri. Totò faceva la parte di Cajo Silio: la storia racconta che la bella, giovane e lussuriosa Valeria Messalina si innamorò di Gaio (o Cajo) Silio, marito di Giulia Silana. Gaio Silio ripudiò la moglie e divenne l’amante di Messalina e, mentre l’imperatore Claudio si trovava a Ostia, durante una festa dionisiaca a palazzo i due amanti “si sposarono”.
Epilogo: la consacrazione di Toto’ e la sua ascesa
La commedia fu punteggita dalle ovazioni del pubblico che, finita la rivista, non si stancava di scandire il nome di Totò, consacrato l’attore del momento. È l’inizio dell’ascesa di Totò in quanto il format della rivista gli dà la possibilità di esprimere al massimo il proprio talento, andando oltre al percorso prestabilito ma intrattenendo il pubblico con battute argute, trascinanti ed entusiasmanti. Totò diventa un idolo delle folle, anche grazie alla particolarissima asimmetria del suo volto.
Non mancano anche i commenti negativi di una parte della critica – che vede nell’attore una persona capace solo di ripetere continuamente le stesse battute – che non riescono però a scalfire il fenomeno di Totò comico, che continua a essere amato dal pubblico.
Fonte: Da Vittorio Paliotti, Mi disse Napoli, Cinemio, blog e Al., modificati Le immagini
foto: una locandina di Messalina.