Cataclisma a Castel Volturno: rottura con un’istituzione del club | Non è più il benvenuto a Napoli

Castel Volturno - napolipiu.com
Un incidente diplomatico che potrebbe creare non poche difficoltà nell’ambiente, che di recente è in estasi per le vittorie sul campo.
Il Napoli, nel corso della sua storia, ha vissuto rapporti spesso burrascosi con alcune delle sue leggende, specialmente quando si è trattato di reintegrarle nel club in ruoli dirigenziali o simbolici. Nonostante l’amore eterno della piazza per figure come Maradona, Hamsik, Cavani o Mertens, la società ha raramente costruito un legame stabile e duraturo con questi ex protagonisti una volta terminata la loro esperienza in campo.
La gestione del post-carriera è apparsa spesso fredda, se non addirittura distante. Il caso più emblematico resta quello di Diego Armando Maradona: nonostante il culto popolare e l’intitolazione dello stadio, la società non ha mai trovato un modo strutturato per coinvolgerlo prima della sua scomparsa, se non in rare occasioni cerimoniali. Situazioni simili si sono verificate anche con altri ex, come Hamsik, salutato senza il tributo che molti ritenevano dovuto a una delle bandiere più fedeli del club.
Questa difficoltà nel valorizzare il patrimonio umano e affettivo della propria storia ha spesso creato frizioni con i tifosi, che si aspettano gesti simbolici e riconoscimenti all’altezza della passione dimostrata in campo da certi giocatori. Anche Cavani e Lavezzi, mai realmente riavvicinati dal club, sono esempi di grandi ex rimasti ai margini.
In un calcio sempre più attento alla costruzione dell’identità e del senso di appartenenza, il Napoli sembra dover ancora trovare un equilibrio tra il presente competitivo e la memoria emotiva delle sue leggende.
Napoli in festa, ma…
La gioia per il quarto scudetto del Napoli è ancora viva tra i tifosi. A due settimane dalla conquista del titolo, la città continua a respirare un clima di celebrazione, tra bandiere azzurre sui balconi e cori di esultanza per le strade. A questo clima di festa si è unito anche Dries ‘Ciro’ Mertens, idolo senza tempo della tifoseria, che pur non avendo partecipato attivamente agli scudetti del 2023 e 2025, ha ricevuto la cittadinanza onoraria per il legame speciale costruito con la città e il club.
L’omaggio a Mertens ha riacceso l’affetto del popolo partenopeo, che non ha mai smesso di considerarlo un simbolo. L’ex attaccante belga, miglior marcatore della storia del club, è stato accolto come un figlio ritrovato. Tuttavia, non tutti hanno condiviso l’entusiasmo per questo riconoscimento, e la festa si è tinta anche di polemica.
Il malumore: una polemica social
Christian Maggio, storico ex capitano del Napoli e uomo chiave per oltre un decennio, ha espresso il suo disappunto via Instagram. Con oltre 300 presenze in maglia azzurra e anni da protagonista, ha scritto ironicamente: «Va beh, dai, forse tra 100 anni la daranno anche a me…», riferendosi alla cittadinanza onoraria conferita a Mertens.
Il messaggio, breve ma tagliente, ha sollevato il tema del riconoscimento ai simboli del passato. Un richiamo amaro che mette in evidenza come anche nei momenti di festa, la gestione della memoria storica resti un terreno delicato.