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BorbonePersonaggi napoletani

Carlo III di Borbone il 10 maggio 1734 entrava a Napoli: La città diventa capitale di uno stato

Francesco Pollasto
Last updated: 04/07/2021
Francesco Pollasto 8 minuti di lettura
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8 minuti di lettura
Esattamente 283 anni fa entrava in Napoli Carlo III di Borbone

Carlo III di Borbone entrava in Napoli il 10 maggio 1734.   Il sovrano che fece grande Napoli.  Il Re intraprese un percorso urbanistico, architettonico e culturale che portò la città ad elevarsi al ruolo di capitale assoluta al pari di Londra e Parigi.

Carlo III di Borbone entra a Napoli

Esattamente 283 anni fa entrava in Napoli  Carlo III di Borbone, infatti oggi che ricorre l’anniversario … voglio parlare e focalizzare l’attenzione su Carlo III di Borbone che dal 1734, anno in cui si insediò a Napoli come Re, fino al 1759, anno in cui ritornò in Spagna come Re di quella nazione.

Carlo III regnò nella nostra città lasciando poi sul trono suo figlio Ferdinando IV; in questi venticinque anni trasformò la nostra bella Napoli, iniziando quel percorso urbanistico, architettonico e culturale che farà si che Napoli potesse poi essere chiamata davvero “Capitale”.
In particolare noi non ci siamo mai resi conto … ma in questo periodo ha realizzato le opere che poi hanno caratterizzato Napoli sin da allora fino ai nostri giorni! E dico questo quando oggi giorno, per costruire la linea 1 della Metrò, i lavori sono iniziati negli anni 70 del secolo scorso ed ad oggi ancora non sono terminati!

Il sovrano che fece grande Napoli

Io ora faccio solo alcuni esempi ( alcune date sono di inizio delle opere ) … partiamo col Real Teatro San Carlo – edificato solo in 270 gg dal Medrano – nel 1737 in occasione dell’onomastico del Re; questo teatro è considerato come il più antico teatro ancora attivo in Europa ed anche il più bello.

Divenne talmente importante che tutti i compositori dell’epoca volevano visitarlo, e sto parliamo di compositori come Handel, Haydn, Mozart etc etc. Il teatro Subì un restyling nel 1811 ad opera del Niccolini che lo trasformò così come lo vediamo oggi.

Restyling che fu ripreso appena dopo sei anni, sempre dal Niccolini, per sopperire ai danni di un incendio modificando però solo la capienza della platea che fu portata a 2500 posti a sedere.
Nel 1738 prese origine l’idea del Palazzo Reale di Capodimonte col bosco e l’apertura postuma della scuola di ceramiche, per compiacere la sua mogliettina teutonica Maria Amalia di Sassonia. Progettato sempre dal Medrano ma con l’aiuto del Carasale questo edificio fu concepito inizialmente come Casino di Caccia. Successivamente, avendo ereditato da sua madre Elisabetta Farnese la famosa “collezione Farnese” … decise di optare per un museo che la ospitasse.

Come si dice a Napoli … “ ‘a mamma è sempre ‘a mamma!” Infatti c’è da dire che la dinastia Farnese si estinse nel 1731 per cui Carlo giocò sul doppio ruolo della finalità del museo: far si che le opere fossero a portata di tutti e, nello stesso momento, glorificare le origini materne. Per un breve periodo fu anche dimora dei francesi Giuseppe Bonaparte e Murat ma con la restaurazione dei Borboni tornò ad essere museo.

Il Re intraprese un percorso urbanistico, architettonico e culturale

Altra opera enorme di Carlo III, fu la sistemazione del Molo nel porto nel 1740 che portò, su progetto di Giovanni Bompiede. La costruzione dei moli di San Gennaro, col relativo fortino dedicato al Santo patrono della città, e di quello dell’Immacolatella con la palazzina adibita a “Deputazione della Salute” in seguito alla creazione/fortificazione di un bacino mercantile protetto dai due moli suddetti. Il tutto permise un ulteriore sviluppo del traffico marittimo che fece di Napoli un luogo di affari e di scambi marittimi.

Carlo III in re buono

Ma CarloIII verrà ricordato più di tutto per la sua bontà che si rispecchia nella costruzione del Real Albergo dei Poveri o Palazzo Fuga, ma detto dai napoletani anche “ ‘o Serraglio”, dove volle accogliere tutti i poveri del Regno.

Non solo li doveva ospitare, ma ai più giovani si doveva anche insegnarli un mestiere per inserirli poi nella società. Ed ecco allora che nel progetto si pensò alle camerate dove ospitare i poveri divisi in donne, uomini, vecchi e bambini.  Distinti poi in maschi e femmine; si pensò anche ai bagni, alle cucine ed anche ai laboratori dove “apprendere il mestiere”.

Inizialmente edificio era stato progettato molto più grande e più lungo, poi a causa di indisponibilità finanziaria, e non volendoci rinunziare,  fu costruito in “solo” tre settori e non cinque, restando comunque l’edificio settecentesco più grande d’Europa, e lo è tutt’ora!

PIAZZA DANTE

Nel 1757 diede incarico di risistemare il largo fuori Port’Alba … Largo Mercatello … realizzando così il Foro Carolino ossia l’odierna P.zza Dante; qui l’edificio che fu realizzato su progetto del Vanvitelli ed era caratterizzato da due ali ricurve che si diramavano da una nicchia centrale; l’edificio doveva essere il riconoscimento per Carlo per tutto ciò che aveva per Napoli

Pompei, l’accademia di Ercolano e la Reggia di Caserta

Ma la sua opera non si limita solo a Napoli. Basti ricordare gli scavi di Pompei, Ercolano e Stabia nel 1738. L’istituzione poi dell’Accademia Ercolanense nel 1755 a cui affidò il compito di custodire, catalogare e mostrare le opere e reperti rinvenuti.

La famosa Reggia di Caserta – edificata in un posto sicuro lontana del Vesuvio, vedi prime misure di sicurezza di protezione civile – del 1751.
In ultimo voglio anche ricordare che Carlo III di Borbone legalizzò il gioco del lotto dopo una diatriba con padre Gregorio Maria Rocco, dalla quale poi nacque anche la tombola; inoltre fu un amatore ed il promotore del presepe classico settecentesco napoletano, producendo di sua mano i pastori con l’aiuto di sua moglie che confezionava gli abitini!
Praticamente lui ha avuto il merito di trasformare in primis Napoli rendendola davvero una capitale. Capitale di fatto fino poi al 1861; dopo di lui ci sono stati il figlio ed i nipoti che pure hanno fatto tanto, ma a lui va il merito di aver iniziato l’opera.

Di: Gino Campolongo

Napoli più © riproduzione riservata

TAGGED: borbone, CARLO III, i grandi napoletani, i primati di Napoli, la storia di Napoli, Sovrano
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