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Calcio Napoli

Calcio malvagio, Napoli in crisi di identità

L’ultima curva verso il big match scudetto contro l’Inter si trasforma nel peggior incubo stagionale per il Napoli. La sconfitta contro il Como — l’ennesimo inciampo in un febbraio nero — ha tolto entusiasmo e certezze alla squadra di Antonio Conte, che ora rischia di arrivare al “Maradona” nel momento più fragile della sua avventura partenopea.

Come sottolinea Antonio Corbo su La Repubblica Napoli, il Napoli è finito dentro un tunnel buio, segnato da quattro partite che raccontano la stessa storia: un primo tempo discreto e poi il blackout nella ripresa. Prima i pareggi contro Roma, Udinese e Lazio, poi la sconfitta che brucia di più, quella contro il Como di Fabregas, che ha spento i sogni di primato degli azzurri.

Conte tra autocritica e alibi sottili
Antonio Conte, a fine gara, ha provato a prendere su di sé la responsabilità, ma è sembrato più che altro confuso: “Forse non ho capito, non mi sono accorto. Abbiamo perso perché è mancata fame e cattiveria”. Un mea culpa parziale, che lascia trasparire la frustrazione di un allenatore abituato a vincere e che ora vede la sua squadra sprofondare nella mediocrità proprio nel momento più importante della stagione.

Ma come evidenzia Corbo, il problema non è solo il Como. È la somma di quattro partite in cui il Napoli si è sciolto alla distanza, pagando una condizione fisica precaria e, soprattutto, una fragilità mentale che Conte non è riuscito a correggere. Il dato è chiaro: nove punti persi su dodici nelle ultime quattro partite, tutte gettate al vento nella ripresa.

Un Napoli che si spegne nei secondi tempi
A Como, la storia si è ripetuta. Un primo tempo ordinato, nonostante l’autogol grottesco di Rrahmani, con Raspadori che pareggia i conti e Politano e Spinazzola che provano a dare ampiezza al gioco. Lukaku, invece, resta un enigma: isolato, spaesato, incapace di incidere.

Poi il crollo nella ripresa. Il Como cambia marcia grazie alla mossa di Fabregas, che toglie un centrocampista (Caqueret) e inserisce Cutrone, spostando l’inerzia della gara. Il Napoli non reagisce: McTominay e Lobotka scompaiono dal campo, Anguissa entra ma gioca con il freno a mano tirato per paura della diffida. E la difesa si fa tagliare come burro dal 19enne Diao, servito magistralmente da Nico Paz, l’altro gioiello del Como.

Il risultato è una sconfitta che fa male. Non solo per la classifica, ma per come è maturata. Il Napoli, che a inizio stagione sembrava una macchina perfetta, ora sembra incapace di reggere la pressione e crolla al primo colpo ricevuto.

Calcio malvagio, Napoli in crisi di identità
Corbo usa parole dure per descrivere il momento: “Calcio malvagio, che sa essere perfido anche con chi è in vetta. Ti illude e poi ti abbandona. Il Napoli sembra perso, incapace di reagire e vittima di un crollo fisico e mentale che nessuno riesce a fermare.”

E il bersaglio finisce per essere anche Conte. Nonostante i cinque scudetti in carriera e la sua reputazione da vincente, il tecnico sembra smarrito. L’idea di rifugiarsi in frasi fatte — “mancanza di cattiveria”, “bisogna crescere mentalmente” — non basta più a spiegare il disastro.

Inter in arrivo, sfida da ultima spiaggia
Sabato, al “Maradona”, arriva l’Inter per un match che può segnare il destino del Napoli. Una vittoria potrebbe rimettere in corsa gli azzurri, mentre una sconfitta rischierebbe di affossare definitivamente ogni sogno di scudetto.

Conte lo sa e cerca di tenere unito il gruppo, ma le crepe sono evidenti. Anche perché, come scrive Corbo, il problema del Napoli è più profondo di un semplice calo di forma: “La squadra si è spenta. È passata da dominare le partite a subirle. E questo è un segnale pericoloso.”

Un mercato che ha lasciato vuoti
Tra le ombre che pesano sul Napoli c’è anche il mercato invernale. L’addio di Kvaratskhelia ha lasciato un vuoto enorme, mai colmato a dovere. E la rosa, pensata per giocare una sola competizione, si è ritrovata sguarnita di alternative proprio nei momenti più delicati.

Infortuni (Olivera, Neres, Mazzocchi) e cessioni sbagliate hanno reso la rosa corta e vulnerabile. Conte non l’ha presa bene e, sebbene pubblicamente eviti polemiche, la tensione con la dirigenza è palpabile.

Calcio spietato, Napoli in bilico tra sogni e crollo
Il Napoli è ancora secondo, distante solo un punto dall’Inter, ma il trend negativo allarma. E il calcio, come ricorda Corbo, “è malvagio proprio perché sa essere spietato quando meno te lo aspetti”. Sabato, contro i nerazzurri, il Napoli si gioca una fetta enorme del suo destino.

Conte ha una settimana per scuotere la squadra. Servirà non solo una rivoluzione tattica, ma un cambio di mentalità. Perché il Napoli visto a Como non è una squadra che può ambire allo scudetto. E il tempo per recuperare sta per scadere.

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redazione