Bustina con polvere bianca cade dalla tasca: Maradona beccato | Il video poco prima della morte

Maradona Napoli (lapresse) - napolipiu

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Era Diego. Quel giorno, l’Argentina si fermò. Ma cosa c’era davvero in quella bustina?

Il paese si paralizzò. La TV mostrava un’ombra, poi un volto. Infine, una leggenda.

2 novembre 2020. Diego Armando Maradona viene ricoverato d’urgenza in una clinica di La Plata. I suoi 60 anni erano appena passati, ma il suo corpo e la sua mente sembravano averne il doppio. Stremato da anni di eccessi, tra dolori fisici e cicatrici dell’anima, Diego venne operato due giorni dopo a Buenos Aires per un ematoma subdurale. Intervento riuscito, ma il sospiro di sollievo durò poco.

Trasferito nella casa di Tigre per la riabilitazione, sembrava destinato a un lento recupero. E invece il 25 novembre, in un attimo, il silenzio. Il mondo del calcio piombò nel lutto: un edema polmonare acuto, legato a un’insufficienza cardiaca, stroncò il cuore dell’uomo che aveva incantato il mondo con i piedi e commosso con le sue fragilità.

A Buenos Aires, il feretro fu esposto alla Casa Rosada, dove una folla immensa si accalcò per ore per dare l’ultimo saluto. L’Argentina dichiarò tre giorni di lutto nazionale. A Napoli, veglie spontanee, fiaccolate, cori e pianti: lo stadio San Paolo rimase illuminato tutta la notte. Pochi giorni dopo, sarebbe diventato ufficialmente “Stadio Diego Armando Maradona”.

Il ricordo che unisce

Anche UEFA e FIGC si fermarono per onorarlo: lutto al braccio, un minuto di silenzio prima delle partite. Ex compagni, avversari, amici. Tutti con un ricordo da raccontare. Lionel Messi, dopo un gol, mostrò la maglia del Newell’s Old Boys. Pelé, con parole che fecero il giro del mondo, gli scrisse: “Sarai sempre un grande amico, con un cuore ancora più grande.”

In tanti vollero testimoniare non solo il calciatore, ma l’uomo: generoso, malinconico, imprevedibile. Come solo i geni veri sanno essere.

Maradona (pagina12) - napolipiu
Maradona (pagina12) – napolipiu

Una scena da film

Ma c’è un episodio, tra i tanti, che più di altri restituisce la dimensione del mito. È il 6 aprile 2001. Siamo nella casa del “Gran Hermano”, il “Grande Fratello” argentino. I concorrenti sono in giardino per una partitella. La regia li avverte: “Sorpresa in arrivo”. Entra una figura incappucciata. Si fa silenzio. Suspense. Poi si gira. È lui. El Diez. Maradona. Panico. Abbracci. Lacrime. Grida. Ma è quando infila la mano in tasca ed estrae una bustina che tutto si blocca. La getta ai ragazzi. Il pubblico in sala trattiene il fiato. Chi guarda da casa resta di sasso. Nessuno capisce. Cos’era?

Ne parlarono tutti. Per anni. Bar, trasmissioni, giornali. Un mistero alimentato dalla leggenda nera del Pibe de Oro. Ma poi venne fuori la verità. In quella bustina c’era solo sale. I ragazzi erano stati puniti e ne erano senza da giorni. Diego, che il regolamento lo guardava con tenerezza, aveva deciso di aiutarli.