... ...

Che cosa fanno i grandi miti quando il tempo avanza? Non inciampano nei rimpianti, non cercano di addomesticare il passato: semplicemente, lo raccontano con la stessa freschezza di chi lo ha vissuto un’ora fa. Lo descrive Pino Taormina su Il Mattino, che immortala una scena irripetibile: Bruscolotti, Krol e Careca seduti l’uno accanto all’altro, tre icone del Napoli che tornano a condividere ricordi, sorrisi e una complicità rimasta intatta.
Per la prima volta, racconta ancora Pino Taormina per Il Mattino, Rudy Krol – il difensore olandese che lasciò Napoli all’arrivo di Maradona – ritrova Careca, il bomber che con Diego vinse la Coppa Uefa e lo scudetto. In mezzo, l’immancabile Beppe Bruscolotti: sedici stagioni in maglia azzurra, 511 presenze, quasi tutte con la fascia al braccio, tranne quando cedette l’onore (e l’onere) proprio a Maradona.
Ci sono i ricordi della finale mondiale sfiorata da Krol, del quasi scudetto perso contro la Juventus («Altro che gol di Turone…»), delle canzoni dedicate a Careca, dell’amore dei tifosi. Come descrive Il Mattino attraverso Pino Taormina, questi tre campioni non devono riconciliarsi con il tempo: non è mai stato un nemico.
L’occasione è speciale: il compleanno di Mariafè, moglie di Krol, festeggiato al ristorante Mimì alla Ferrovia, dalla famiglia Giugliano. Un evento privato, pochi amici, tra cui Monica Sarnelli che regala un paio di momenti musicali, e Salvatore Cirillo, CEO di Zeus, che immortala la serata.
Bruscolotti scherza ricordando quando Krol, alle prime armi con l’italiano, gridava «fiori, fiori!» invece di «fuori!», lasciando la difesa perplessa e qualche gol sul groppone. Rudy e Careca ascoltano, annuiscono, aggiungono pezzi di storia: Brasile–Italia al Sarrià, i giganti Cruijff, Rivellino, Jarzinho, Rep, Haan, Rensenbrink evocati come vecchi amici.
Pino Taormina su Il Mattino ricorda come dal 1972 al 1993 non sia esistita una formazione del Napoli senza almeno uno tra Bruscolotti, Krol o Careca. Vent’anni abbondanti di identità, talento e appartenenza.
Quando la conversazione vira sul presente, Careca osserva: «Oggi ai giocatori devi spiegare tutto. Ai nostri tempi capivamo da soli cosa fare, leggevamo la partita. Chi lo sa fare adesso?». Krol rilancia con ironia: «Peccato non averti marcato, ma gol non me lo avresti mai fatto!».
La chiusura arriva naturale: il tempo passa, certo. Ma non per chi ha scritto la storia del Napoli. E nessuno di loro ha mai cercato di spegnere la luce dell’altro.