SHOWMAN: LOTITO, PREZIOSI & C. INVISIBILI ALL’ESTERO STRARIPANTI DA NOI
Le piazzate di Preziosi e Lotito, i tuffi di Pallotta, il Silvio-show, Ferrero e i suoi happening, De Laurentiis in moto. All’estero è un’altra storia
Lo riporta la Gazzetta.ure
E’ inutile che facciate finta, il presidente dell’Arsenal non lo conoscete. È un Sir, si chiama John Chippendale Lindley Keswick, ma nel giro dei banchieri educati a Eton, gli altri neanche li consideriamo, è noto col frivolo nomignolo di «Chips».
Rappresentante del principale azionista Stan Kroenke, l’aplomb col quale Keswick segue le partite dei gunners è notoriamente sobrio, come si addice a un ex presidente della banca Hambros.D’altra parte la quarta figlia del sedicesimo Conte di Dalhousie, Lady Sarah, non avrebbe certo potuto sposare uno scalmanato.
IL CALCIO PER MOLTI E’ UNA VETRINA. E NE APPROFITTANO. DAGLI SHOW DI BERLUSCONI AL MOTORINO DI DE LAURENTIIS
VIPERETTA Anche Massimo Ferrero porta in giro un nomignolo frivolo, «er viperetta», ma il suo è un altro stile. La moglie Laura, erede di un impero di caseifici, ne è rimasta ugualmente conquistata.Crescere a Testaccio anziché a Eton probabilmente aiuta, ma il modo in cui Ferrero si è inserito nel calcio italiano denota anche uno strepitoso talento personale: mica facile sbaraccare (spesso) dalle prime pagine figure mitiche come Galliani, Preziosi o Zamparini.
LAMENTI L’aspetto più preoccupante è che il culto della personalità dei dirigenti oscura ormai quello dei bomber, che pure dovrebbero essere i protagonisti del prodotto (si dice così). I gol sono un trascurabile inciso nel fumettone popolare delle doglianze arbitrali, il termometro che misura lo stato di forma dei presidenti.
Il giro delle squadre è circolare e ovviamente a senso unico, nessuno ammette un errore a favore, accà nisciuno è fesso: dopo Milan-Udinese si è lamentato Pozzo, dopo Genoa-Fiorentina si è lamentato Preziosi, dopo Lazio-Genoa si è lamentato Lotito e così via, tutti.
IN STRADA Il grande show dei presidenti italiani contagia tutti. Quando De Laurentiis, schifato dal calendario, ferma il tizio in motorino per farsi portare via dalla Lega, certifica la sua iscrizione al club meglio di qualsiasi fideiussione: se non son strani, non li vogliamo.
Succeduto a un Pellegrini che sceglieva gli allenatori in base alle perizie grafologiche della moglie, Moratti paga l’eccesso di educazione con estenuanti conferenze in mezzo alla strada, e a nulla servono le telefonate imploranti dei suoi addetti stampa («ti scongiuro, oggi non parla, non andare sotto alla Saras»), basta che un ragazzino di Radio Quartiere gli spiattelli sotto il naso un registratore perché lui si lanci in interminabili ragionamenti che il titolone lo partoriscono sempre.
BALLETTI Ce n’è anche per i nostri azionisti, non malignate, anche se oggettivamente sono fra i meno pop. Andrea Agnelli presidia sì la tribuna, ma osserva con partecipazione la furia di Nedved quando vola fin dietro le panchine dello Stadium per gridare nelle orecchie all’arbitro se il recupero è inadeguato a sbloccare un pareggio.
Cairo s’è beccato pure un hashtag (#Cairobraccino) per non aver reinvestito tutti i soldi incassati da Cerci e Immobile, ma con quel popo’ di classifica ora si gode la rivincita. E i goffi balletti di Andrea Della Valle a ogni gol male si sposano con l’eleganza della griffe di famiglia. Piccole cose, normalità molto più folkloristiche le corna e bicorna di Ferrero che nella scaramanzia è l’erede di Cellino, emigrato in Inghilterra in cerca di sobrietà. Cellino. Inghilterra. Sobrietà. Trovate l’errore.