Ancelotti: “Il Napoli ha un progetto serio”. Su Insigne: “Va aiutato, sente molto la responsabilità. Younes? La sua ripresa non legata a destino di Lorenzo”.
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L’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, ha parlato nel corso della presentazione del libro di Alberto Costa soffermandosi sul momento degli azzurri. Il tecnico azzurro torna sulla contestazione dei tifosi: “Forse ci si aspettava qualcosa in più, ma il Napoli è una società seria che deve far quadrare i conti. Non possiamo comprare giocatori da 10 milioni di ingaggio”.
Il Napoli contestato
“Il Napoli ha una società sana, con un progetto serio”. Carlo Ancelotti, dopo un weekend difficile, è tornato a parlare del rapporto tra società e tifosi azzurri e lo ha fatto durante la presentazione del libro Da Calciopoli ai Pink Floyd, di Alberto Costa. Domenica la squadra, nonostante la vittoria, è stata contestata al termine della sfida dello Stirpe di Frosinone, con i tifosi che hanno anche rifiutato la maglia di Callejon, alla 300esima presenza con il Napoli: “Probabilmente c’è un malessere della tifoseria, ci si aspettava qualcosa in più – ha spiegato l’allenatore – Il Napoli ha una società sana, con un progetto serio. Non deve far saltare i conti e non può comprare giocatori da 10 milioni di ingaggio all’anno, le regole del Fair Play Finanziario non lo permettono. Il progetto va avanti, continua, facendo il passo per quella che è la gamba del Napoli”.
“Insigne va aiutato”
Ancelotti ha anche parlato dei singoli, a cominciare anche dal momento di Lorenzo Insigne: “È solo ed esclusivamente un giocatore che sente molto la responsabilità – ha spiegato – È un giocatore importante ed è capitano del Napoli: la responsabilità è una motivazione importante, troppa non va bene però. Dobbiamo aiutarlo, io per primo, a gestirsi. Il tecnico emiliano ha aggiunto: Younes? Ha giocato poco, ora sta recuperando dopo l’infortunio che ha avuto. È un grande talento. La sua ripresa non è assolutamente legata al destino di Insigne”.
Sul Milan
Sul Milan: “Galliani mi ha cercato quando era ancora al Milan. Io gli dissi di no perché dovevo essere operato, avevo dei problemi da risolvere. Avevo un problema alla cervicale, dovevo star fermo un paio di mesi”.