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25 anni fa Maradona si fece aprire la Piazza Rossa firmando autografi ai soldati.

Spartak-Napoli nel 1990: i soldati acclamarono Diego, il tecnico della Dinamo eliminò gli azzurri

Era il 6 novembre 1990 e gli azzurri il giorno dopo avrebbero giocato a Mosca contro lo Spartak il ritorno del secondo turno di coppa Campioni (0-0 all’andata).

Sull’aereo che condusse la squadra di Bigon in Russia mancava proprio lui, Maradona. Senza avvertire nessuno, era rimasto a letto coi soliti diplomatici problemi alla schiena.

Poi Diego si alzò e raggiunse i compagni con volo privato.  Carlo Iuliano, storico addetto stampa del Napoli che non c’è più, raccontava che Moggi chiese a tutti di accoglierlo con freddezza, ma lui non riuscì a trattenersi e gli andò incontro chiedendogli l’ennesimo miracolo.

Maradona arrivò a Mosca impellicciato e andò a visitare la città. La piazza Rossa era chiusa: l’indomani ci sarebbe stata una manifestazione politica, ma una guardia riconobbe Maradona e le barriere ed il filo
spinato magicamente scomparvero.

Diego entrò, da solo, nella piazza Rossa firmando autografi ai militari sovietici. Il giorno dopo entrò in campo troppo tardi (al 63’ al posto di Zola). Nella
lotteria dei rigori trasformò il suo con sicurezza. Baroni, invece, se lo fece parare da Cherchesov, l’attuale tecnico della Dinamo.

25 anni dopo il Napoli ritorna a Mosca con un Maradona in meno , ma una vendetta in piu’ da consumare.

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